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Cibi Genuini

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I legumi riducono il rischio di cancro

Il dott. Franco Berrino (medico ed epidemiologo) spiega con parole semplice l’importanza di mangiare legumi anche per ridurre il rischio di cancro. “Non si mangiano più i legumi, c’è addirittura chi mangia solo le lenticchie a Capodanno con lo zampone. I legumi sono stati meno studiati rispetto ai cereali proprio perché vengono mangiati meno. Tuttavia ci sono due studi importanti sui legumi uno spagnolo e uno americano. Nello studio spagnolo le persone che mangiano più frequentemente legumi dimezzano il loro rischio di cancro, mentre nello studio americano è emerso che viene ridotto di un terzo il rischio di cancro. I legumi hanno la proprietà meravigliosa di avere un indice glicemico molto basso e di rallentare la velocità di assorbimento del glucosio. Sarebbe opportuno che ci siano un po’ di legumi a tavola tutti i giorni, non c’è bisogno che siano tanti, sono sufficienti due o tre cucchiai. Anche le noci, le nocciole e le mandorle hanno la capacità di rallentare l’assorbimento del glucosio. Quindi fave, ceci, lenticchie, fagioli, cicerchie, vanno tutti bene e si possono fare anche dei piatti meravigliosi. E poi c’è un altro legume eccezionale: la Soia. Gli studi mostrano che chi mangia prodotti tradizionali di soia si ammala meno. Le persone non mangiano legumi perché fanno gonfiare la pancia, ed è normale che questo avvenga proprio perché non vengono mangiati spesso, quindi bisogna introdurli nella propria dieta con gradualità, iniziando con uno o due cucchiai al giorno, in modo da allevare i microbi buoni dell’intestino che saranno poi capaci di digerirli per noi. E ne avremo dei vantaggi sia gastronomici che di salute. E considerate anche i legumi che non sono tradizionali delle nostre parti, oltre la soia ci sono gli azuki, che sono più piccoli dei fagioli con un colore rosso scuro, poi ci sono i legumi neri come i fagioli neri, la soia nera che ha un’azione particolare sui genitali e sulla gola, molti cantanti la utilizzano. Poi c’è il fagiolo mung, chiamato anche fagiolo verde, quello con cui si fanno i cosiddetti germogli di Soia che vengono appunto fatti con il fagiolo mung e non dalla soia. Un altro suggerimento è di non comprare solo i fagioli secchi o i piselli secchi ma anche quelli freschi che si trovano solo una volta l’anno e che si possono mangiare anche crudi ed hanno un gusto molto zuccherino. La gente si lamenta perché ci vuole un’ora per cuocere i legumi, ma ricordiamoci che non dobbiamo guardarli mentre cuociono, fanno tutto da soli basta ricordarsi di andare a spegnere il fuoco quando sono pronti. Comunque nei negozio naturali è possibile trovare degli ottimi legumi lessi e pronti in barattolo di vetro. I legumi per migliaia di anni sono stati l’alimento dell’uomoFino a 100 anni fa ma anche 70 anni fa, prima che si imponesse l’industria alimentare, tutti i popoli del mondo mangiavano tutti i giorni cereali e legumi, che sono stati per migliaia e migliaia di anni il cibo dell’uomo. Non abbiate paura dei cereali integrali e dei legumi, introduceteli gradualmente, masticate bene e avrete tanti vantaggi e anche la pancia piatta”.

Etichette trasparenti cibi-sani-e-genuini

Regolamenti europei: più chiarezza nelle etichette

Trasparenza, valorizzazione e difesa dei prodotti agroalimentari, tracciabilità e  informazioni dettagliate sulla sostenibilità all’interno delle etichette dei prodotti. Tutti aspetti fondamentali per permettere al consumatore di acquistare in modo consapevole e cercare di evitare di cadere nella “trappola” dei package accattivanti che cercano di “distrarre” con frasi d’effetto come “artigianale”, “senza olio di palma”, “prodotto naturale”, fino ad arrivare per esempio a trovare scritte come “Succo di Mirtillo” in un succo di frutta che di mirtillo in etichetta ha solo il 3%. Per non parlare del “finto biologico“, tema che abbiamo approfondito in un articolo dedicato. Per arrivare ad un’ etichettatura che sia veramente trasparente, chiara e che offra al consumatore le informazioni sull’origine dei prodotti la Commissione europea ha avviato una consultazione per la revisione del FIC (Food Information to Consumer), emanato con il Regolamento UE 1169/2011.  Il FIC (Food Information to Consumer) regola le informazioni su tutti gli alimenti destinati al consumo e si applica a tutti gli operatori che lavorano nella filiera del settore alimentare.Dopo la consultazione, che si concluderà il 7 marzo 2022, la Commissione vorrebbe presentare una proposta di legge al Parlamento europeo relativa alle informazioni sulle etichette, in particolare: etichettatura nutrizionale apposta sulla parte frontale degli alimenti etichettatura di origine etichettatura delle bevande indicazione della data di consumo Ecco un piccolo “glossario alimentare” che il consumatore dovrebbe conoscere per sapere cosa sta acquistando: Ingrediente: si considera tale qualunque sostanza o prodotto, compresi gli aromi, gli additivi e gli enzimi alimentari, e qualunque costituente di un ingrediente composto utilizzato nella fabbricazione o nella preparazione di un alimento e ancora presente nel prodotto finito, anche se sotto forma modificata. Da questa definizione esulano i residui, non sono considerati come ingredienti. L’indicazione di tutti gli ingredienti è di vitale importanza, soprattutto quando si tratta di allergeni responsabili di intolleranze e allergie alimentari.Ingrediente composto: tale è il prodotto di più ingredienti.Ingrediente primario: è considerato “primario” l’ingrediente o gli ingredienti di un alimento che rappresentano più del 50 % di tale alimento o che sono associati abitualmente alla denominazione di tale alimento dal consumatore e per i quali nella maggior parte dei casi è richiesta un’indicazione quantitativa.Luogo di provenienza: indica qualunque luogo da cui l’alimento proviene. Non va confuso con il “Paese di origine”. Il nome, la ragione sociale o l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare apposti sull’etichetta non costituiscono un’indicazione del Paese di origine né del luogo di provenienza del prodotto alimentare.Etichetta: rappresenta il marchio commerciale o di fabbrica, ovvero il segno, immagine o altra rappresentazione grafica scritto, stampato, stampigliato, marchiato, impresso in rilievo o a impronta sull’imballaggio o sul contenitore di un alimento o che ne accompagna l’imballaggio o il contenitore.Etichettatura: è la carta di identità del prodotto in modo chiaro leggibile ed indelebile. Consiste in qualunque menzione, indicazione, marchio di fabbrica o commerciale, immagine o simbolo che si riferisce a un alimento e che figura su qualunque imballaggio, documento, avviso, etichetta, nastro o fascetta che accompagna o si riferisce a tale alimento.Informazione sugli alimenti: sono le informazioni riguardanti un alimento e messe a disposizione del consumatore finale attraverso un’etichetta, o qualunque altro mezzo (pensiamo agli strumenti della tecnologia moderna), ivi compresa la comunicazione verbale.Leggibilità: è l’apparenza fisica delle informazioni, tramite le quali l’informazione è visivamente accessibile al pubblico in generale e che è determinata da diversi fattori, come le dimensioni del carattere, la spaziatura tra lettere e righe, lo spessore, il tipo di colore, la proporzione tra larghezza e altezza delle lettere, la superficie del materiale nonché il contrasto significativo tra scritta e sfondo;Denominazione legale: non è che la denominazione di un alimento prescritta dalle disposizioni dell’Unione a esso applicabili; in mancanza di esse, la denominazione legale è quella prevista dalle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative applicabili nello Stato membro nel quale l’alimento è venduto al consumatore finale o alla collettività.Termine minimo di conservazione: la data fino alla quale tale prodotto conserva le sue proprietà specifiche nelle corrette condizioni di conservazione. Teoricamente il FIC dovrebbe garantire un elevato livello di protezione del consumatore in tema di informazione sugli alimenti assicurando il buon funzionamento del mercato interno. Questo lascia pensare che forse finora non sia stato fatto abbastanza in tema di informazione alimentare: perché intervenire nuovamente sul FIC? Forse le informazioni attualmente presenti su alcune etichette alimentari sono imprecise o ingannevoli, attribuendo qualità e proprietà che in realtà il prodotto non possiede? Per evitare tali inconvenienti esistono già le “pratiche leali di informazione”, che impongono di riportare sulle confezioni degli alimenti alcune specifiche: caratteristiche natura identità proprietà composizione (tutti gli ingredienti) quantità durata di conservazione/data di scadenza Paese d’origine luogo di provenienza metodo di fabbricazione/produzione Tuttavia, la questione della trasparenza e correttezza delle informazioni alimentari è ancora incerta: pensiamo al finto biologico, che ha fatto molto discutere.Proprio su questo fronte l’Italia si è attivata con un disegno di legge sull’agricoltura biologica.Avremo davvero maggiore trasparenza, più controlli, prevenzione delle frodi agro-alimentari, certificazioni di qualità, semplificazione normativa?Attendiamo guardinghi l’approvazione definitiva.

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